Descrizione
“Provate ad immaginare nel 1966 una giovane mamma che armeggia in cucina con la radio accesa e la musica popolare italiana, le canzonette, che imperversa per tutto il piccolo trivani al quinto piano in cui abita. Provate ad immaginare dentro al box con giocattoli e peluche, un bimbo biondo, boccoluto, in tutina celeste, nato nel Natale appena passato, che gioca ed ascolta la musica e la voce della mamma che canta appresso alla radio. Non saprei rappresentare meglio la mia idea di felicità. Mangiare, dormire, studiare, conversare, litigare, amare, oziare, tutto sempre con la musica di sottofondo o in primo piano… questa è la mia vita e questo vi racconterò. Un viaggio nella musica oriunda… indigena…”
Con questo libro Giuseppe Costa traccia uno spaccato “ipocondriaco” di storia della musica “oriunda”. Secondo Manlio Sgalambro l’ipocondria è il sangue blu della filosofia. Allo stesso modo anche Gingolph vola con la leggerezza e l’entusiasmo simpaticamente ansioso di un eterno ragazzo tra liriche, sonorità, atmosfere, periodi, stili di vita e destini che hanno caratterizzato e plasmato i gusti di un intero e vasto territorio. La fa, però, con la sapiente e fulgida maestria che solo i grandi affabulatori sanno fare. Un lavoro unico nel suo genere e soprattutto maledettamente divertente e ricco di aneddoti cuoriosi.